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Il caso della Lombardia

di Anna Barracco, presidente Cipra

 

Mentre nella penisola tende ad affermarsi e a confermarsi una "governance" degli ordini degli psicologi molto corporativa e quindi si afferma  una vision diversa e per certi versi opposta a quella del Cipra, in Lombardia ed in Veneto le competizioni elettorali si sono concluse con un nulla di fatto, essendo mancato il "quorum" minimo di partecipanti alle consultazioni, che peraltro è molto basso (coincide infatti a meno di due elettori su dieci!).
Questo dato - che in realtà era evidentissimo anche nella consultazione referendaria sull'art. 21 - è stato salutato da noi del Cipra, in questo caso, con grande soddisfazione, dato che ha di fatto inficiato la consultazione ed  è un evidente segnale del fatto che l'organizzazione corporativa e verticistica non regge il passo in una società che nonostante tutto si democratizza.
Gli psicologi non vanno a votare! Nemmeno loro in realtà riconoscono l'Ordine come un vero interlocutore, come un'associazione che tuteli realmente l'utenza e la qualità delle prestazioni. Essere iscritti all'Ordine è un obbligo di legge e quindi chiunque vinca le competizioni elettorali sa che, comunque governi, avrà le sue quote di iscrizione assicurate. Questo fa sì che anche le liste in competizione siano assai poco profilate, i colleghi non comprendono la reale posta in gioco, mancando appunto di una "vision". Anche laddove è stata portata avanti (come in Lombardia) una politica apparentemente aggressiva e determinata, questo non si è tradotto in un aumento della partecipazione, ma al contrario i toni elevati sembrano aver ulteriormente allontanato i professionisti dalla partecipazione.
Oggi per fortuna i Colleghi, evidentemente, si rendono  ben conto che non è con i Tribunali e le guerre di confine che si crea committenza e che si migliorano le condizioni dei professionisti e  la loro capacità di intercettare la domanda di salute e di benessere.
Infatti, man mano che il numero di professionisti cresce (in Lombardia siamo a oltre 16.000 iscritti), la partecipazione cala e le competizioni si trasformano in lotte di potere per assicurarsi la gestione della macchina. Il mancato "quorum" sta lì a dirci che il"  Re è Nudo" e che le corporazioni sono arrivate al capolinea. La favola delle corporazioni come luogo di tutela dell'utenza ormai non regge più, ce lo dice da tempo l'Europa, ce lo ha detto la legge 4/2013 ed ora ce lo conferma il fenomeno in espansione del mancato quorum!
Il Cipra vuole quindi partecipare attivamente al dibattito che si sta riattivando, in vista delle prossime elezioni in Lombardia ed in Veneto che si svolgeranno in Aprile (vi terremo informati sui dettagli!) e guarderà con simpatia quelle liste che si mostreranno fattivamente disposte a costruire le basi per una territorializzazione degli Ordini (per chi desidera approfondire: Ordini Provinciali: perché fondarli? ) e contemporaneamente che saranno in grado di riprendere il dialogo con la società civile e con i professionisti della relazione d'aiuto.
In questo senso, la lista Professione Psicologo, principale competitor di Altra Psicologia in Lombardia, ha mostrato caute aperture nei confronti del Cipra, candida due colleghe che sono anche counselor e soprattutto ha inserito nel programma elettorale la riapertura di tavoli di confronto e la convocazione degli "Stati generali della Psicologia", con l'intento di andare a riscrivere la legge 56/89, armonizzandola laddove lo si dovesse ritenere necessario, con quanto è andato modificandosi in questi 25 anni che ci separano dalla prima promulgazione della legge. Dunque il Cipra prende atto che, per la prima volta, una lista di psicologi si candida a gestire un Ordine Professionale ed inserisce nel suo programma l'ipotesi di una revisione della legge di regolamentazione.
Il Cipra dunque si impegna a sostenere le liste che mostrano una certa apertura ad una visione più democratica dell'organizzazione delle cure, che si mostrino realmente disposte a riaprire il dialogo con la società e con tutti i  professionisti, portandoci fuori dalle secche corporative, ma intende vigilare attentamente affinché questi propositi si realizzino per davvero e non restino lettera morta, all'indomani delle consultazioni elettorali!

Per questo, il Cipra continua a lavorare per rendere ostensibile la sua visione più radicale di riforma degli Ordini professionali, che da tempo ha messo a punto, insieme ad altre Associazioni di politica professionale (come per esempio il MoPI) e che oggi si propone di perseguire con il contributo e l'apporto fattivo di tutti i professionisti della salute e di tutti i cittadini, visione che inevitabilmente chiama in causa il più ampio progetto culturale del Cipra.

Anna Barraco

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