Cura dell'anima, cura del sé
La cura (in greco therapeìa) dell'anima (psyché), letteralmente psico-terapia (con il trattino, per distinguerla dalla psicoterapia intesa come trattamento tecnico-procedurale riservato per legge a medici e psicologi), nasce in Occidente con Socrate, che la considerava il compito supremo dell'uomo, strettamente legato al monito delfico "conosci te stesso". Curare se stessi significa iniziare un percorso di conoscenza di sé, che dissolve a poco a poco le tenebre dell'ignoranza dell'uomo comune che immagina di sapere già tutto ciò che lo riguarda. Essendo il dialogo lo strumento principale della cura che attiva un processo di conoscenza e trasformazione di sé, la psico-terapia può essere detta dialogico-processuale (in inglese care) per contrasto con la psicoterapia (cure) intesa come trattamento di varie patologie mediante procedure scientificamente validate per la cura dei disturbi diagnosticati. Socrate, la cui ispirazione sciamanica è particolarmente evidente nel rapporto con il daìmon, è considerato l'anello di congiunzione tra la cura dell'anima da sempre praticata dagli sciamani e la concezione greca del Logos. Numerose pratiche di cura del nostro tempo possono essere ricondotte alla radice socratico-sciamanica: dal counseling filosofico che ne è la più diretta derivazione, alla cura pastorale ispirata alla ricerca neoplatonico-agostiniana della verità nell'uomo interiore, alla psicoanalisi che è forse l'interprete più fedele del monito delfico nella nostra epoca, alle numerose pratiche di cura che integrano elementi di chiara matrice sciamanica, come l'induzione di stati alterati di coscienza, con altri derivati dalle tradizioni filosofica e psicoanalitica. Il convegno si propone di esplorare le comunanze e le differenze tra le visioni dell'uomo sottese a ciascuna di queste pratiche, diverse ma unite dalla comune origine dal ceppo socratico-sciamanico.